Platonic relationship contest

Scadenza: 17 gennaio 2022. Proroga: 1 febbraio 2022. Posti disponibili: 1/15

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    Pescepalla

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    Prenditi tutto il tempo che ti occorre, non c'è alcun problema! <3
     
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    Pescepalla

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    Carissime, grazie mille per la pazienza e la comprensione.
    Sto terminando le ultime due valutazioni (come potete vedere anche dal bando) e poi si tratterà solo di revisionare.
    Senza più indugi e false promesse, posso dirvi che entro domani sera riceverete le valutazioni <3
     
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    Pescepalla

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    DISCORSO PRELIMINARE:


    Finalmente eccoci con le valutazioni (scusatemi ancora per il ritardo!). Ho trovato le storie tutte interessanti, quindi vi ringrazio per le piacevoli letture: anche dai punteggi, potrete vedere che sono tutte state apprezzate. Anche per questo motivo ho deciso di ridurre la griglia del punto simbolico gradimento personale, in quanto sarebbero state in troppe a riceverlo.
    L’unico appunto che vi faccio prima di lasciarvi alle valutazioni è sul parametro “gestione del rapporto amoroso”: non tutte le storie purtroppo hanno centrato il tema del contest. Ciò che volevo era, non soltanto un storia platonica (su questo punto siete stati tutti bravissimi!), ma anche una vera e propria relazione di qualsiasi tipo: i personaggi devono cioè avvertire un legame tra loro, i sentimenti di entrambi devono trasparire (anche con poco) nella storia, al lettore quanto all’altro personaggio, e l’ostacolo deve essere un po’ centrato non soltanto su una relazione generica, ma proprio a un suo sviluppo passionale. Il rapporto da mettere in scena era dunque reciproco e consapevole, oltre che platonico.
    Vi lascio ora alla lettura delle valutazioni. Per qualsiasi chiarimento, vi invito a confrontarvi con me :D

    Griglia utilizzata:
    Grammatica e stile: /10
    IC e caratterizzazione personaggi: /10
    Trama: /10
    Gestione del rapporto amoroso: /10
    Titolo: /2

    Totale: 42

    Decima classificata: Sherry liscio – Millythegoat



    Grammatica e stile: 2.3/5 + 4/5
    Lei non è stata mai brava a nascondere i propri sentimenti, anche quelli più frivoli o pericolosi, sono sempre stati un libro aperto per ogni interlocutore -> niente virgola perché da “anche quelli più…” si apre una nuova frase con un nuovo verbo -0.5
    Pub -> pub –0.1 x2 volte
    Andiamocene via, ascolta Augusta -> vocativo: ascolta, Augusta. -0.2
    Aberforth, che la sta ancora fissando vuole dar ragione a l’insopportabile so tutto io di Minerva -> virgola prima di “vuole” creando la relativa, all’insopportabile tutto attaccato, e so-tutto-io va scritto graficamente in questo modo. -0.5 -0.1 -0.1
    Si vabbè -> sì, vabbè -0.2 -0.1
    Si, Frank. Un tipo tosto sai? -> sì -0.1 + un tipo tosto, sai? -0.2
    e lui, che vorrebbe solo perdersi in qualcosa di così intenso quasi si abbandona. -> ci vuole una virgola prima di “quasi si abbandona” creando la relativa -0.5
    ma il cervello non ti funziona bene ho come l’impressione -> virgola prima di “ho come l’impressione” -0.1
    Per quanto riguarda lo stile, avendo letto diversi tuoi scritti, noto un grande miglioramento: la tua impronta si sente e si riconosce. Il registro, sempre piuttosto alto nella narrazione, si sposa in qualche modo bene con l’asprezza dei dialoghi, che risultano spontanei. A parte gli appunti sulla punteggiatura che ti ho segnato grammaticalmente, ho poco altro da segnalarti:
    un sorriso increspato avvolge il volto ovale. -> avvolge mi stona, in che modo un sorriso “avvolge”?
    con sul viso -> due preposizioni insieme stonano abbastanza, avrei scritto diversamente l’espressione.
    IC e caratterizzazione dei personaggi: 10/10
    Entrambi i protagonisti sono piuttosto marginali (Augusta soprattutto) eppure li hai resi molto bene nella loro essenza, soprattutto attraverso i dialoghi e il modo di parlare. Augusta è fiera, sfrontata, forte e tutto questo è evidente in molti momenti, ad esempio quando parla del marito senza versare una lacrima. Abeforth, invece, è burbero, scorbutico, ma anche codardo, e tutto questo è allo stesso tempo molto chiaro. Ho sentito le loro voci leggendo, quindi cos’altro posso dire? Splendido lavoro di caratterizzazione! Menzione speciale anche per Minerva, anche lei descritta coerentemente con il personaggio del canon.

    Trama: 8.5/10
    La trama è rappresentata da tre momenti diversi nel tempo tutti ambientati nella Testa di porco, che un po’ descrivono il rapporto speciale e particolare tra Abeforth e Augusta. È una tecnica che mi è soggettivamente piaciuta e che risulta efficace per narrare l’evoluzione che il tempo impone ai personaggi. Attraverso i tre momenti si possono anche tirare le somme di ciò che è successo nel frattempo, per cui non risultano dei buchi. Tuttavia, proprio per questa impostazione di racchiudere un rapporto in momenti rubati, ho sentito la mancanza di una scena iniziale, quando quel rapporto di attrazione era agli inizi e non solo quando era tutto già perduto.

    Gestione del rapporto amoroso: 8.5/10
    Abeforth e Augusta sono entrambi attratti l’uno dall’altra e questo interesse è palese tra gli sguardi, i non detti e i pensieri dei personaggi di cui ci rendi partecipi. Credo tu abbia reso molto bene la sottile attrazione che li lega nel tempo, senza mai affievolirsi del tutto, insieme al rimpianto di quello che sarebbe potuto accadere ma non è stato. Eppure, è proprio su questo che ho un appunto: perché non è stato? Punti molto sulla codardia di Abeforth, sul fatto che non ha detto sì, che non è stato capace di scegliere, di osare, e allora lo ha fatto lei con qualcun altro… eppure ciò che poteva rendere evidente l’ostacolo (qui di tipo esistenziale) tu in qualche modo lo tagli fuori. Penso che una scena prima del matrimonio, la scena del no, sarebbe stata utile ed efficace per mostrare l’impedimento in tutta la sua perfezione, anche se così è comunque sufficientemente comprensibile.
    L’ultimo appunto riguarda, infine, la parte iniziale. Fin dove si sono spinti Abeforth e Augusta? Tu sei abilmente molto sibillina ed è per questo che non ti tolgo punti, ma leggendo bene sembra che tu alludi a qualcosa di più oltre che “platonico”.

    Titolo: 1.2/ 2
    Il titolo è semplice, diretto e chiaro, evocando da subito l’immagine precisa della bevanda. Tuttavia, non lo trovo azzeccato a rappresentare la storia, in quanto compare solamente nell’ultima scena, nell’ultima frase. Rimanda all’atmosfera del pub, ma nello specifico è un “come sempre” che però noi lettori non vediamo.

    Totale: 34.5/42

    Nona classificata: L’equilibrista delle parole – Lord Luna Puff



    Grammatica: 4.5/5 + stile: 4/5
    Il titolo va ripetuto nel testo (e non solo nello specchietto): -0.2
    - molto più di quanto avrebbe mai potuto fare, molto più di quanto avesse fatto e stesse facendo - -> i trattini non devono essere brevi, ma lunghi -0.2
    sentiva , pendere -> no spazio prima della virgola, errore di battitura -0.1
    Lo stile complessivamente è piacevole e supporta senz’altro il taglio della storia. Puntini di sospensione, punti interrogativi ed esclamativi, corsivi: tutto contribuisce a creare quella sensazione di stare nella mente del personaggio e vedere effettivamente i pensieri formularsi in corso d’opera. Altra scelta azzeccata sono le frasi brevi e secche. Tuttavia, sulla punteggiatura, non sono sempre stata d’accordo nell’uso delle virgole, forse un pochino abbondanti. Si tratta di gusto personale, dunque non è una vera e propria critica, eccetto in questo caso:
    Aveva sempre temuto gli scontri aperti, le rivelazioni chiare, le sue frasi sibilline erano ormai parte inscindibile del suo personaggio, gli venivano naturali come la magia. -> Qui si crea proprio una confusione, in quanto le frasi sibilline sono il soggetto di “erano ormai parte”, mentre a prima lettura e a livello grammaticale appaiono come una continuazione di “aveva sempre temuto…”. Avrei messo quindi un punto e virgola per spezzare il periodo e renderlo più chiaro.
    Un altro appunto riguardano i due righi che hai scelto di lasciare nel creare paragrafi distinti: essendo un unico blocco di tipo introspettivo, non ne ho compreso l’utilità.

    Titolo: 2/2
    Il titolo suona molto bene ed è abbastanza originale, oltre che rappresentare del tutto il protagonista, nella scena presentata, nelle sue qualità di oratore e nelle sue ambiguità.

    Trama: 10/10
    La trama è, effettivamente, concentrata su un momento introspettivo all’altezza degli eventi del quinto libro. È una introspezione, dunque una vera e propria “storia” viene a mancare, eppure in quanto introspezione non manca sicuramente nulla e si interrompe al momento perfetto per concludere il momento – prima di uscire dall’introspezione ed entrare nella realtà.
    Inoltre, ho trovato interessante la scelta del momento e l’idea di partenza: riscrivere, in pratica, la lontananza canonica di Silente verso Harry nell’ottica dello sviluppo di un sentimento amoroso. Altrettanto interessante è la riflessione rispetto a Voldemort e l’associazione debolezza/amore.

    IC/Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
    Io parto sempre da una convinzione in fatto di personaggi: tutti possono fare tutto, come del resto succede alle persone in carne ed ossa. Non trovo, quindi, affatto assurdo il modo in cui hai presentato Albus Silente; forse non è quello che traspare dai libri direttamente, o quello che va per la maggiore nel fandom, però l’Albus Silente che hai presentato è fedelissimo a se stesso. Hai mostrato le sue ambiguità, i suoi timori, la sua percezione incrollabile di cosa è giusto (e di fatti sceglie di non esporsi), insieme alla consapevolezza dei propri lati oscuri (tra cui l’infatuazione di Harry), per non parlare di una giusta dose di fede nelle proprie capacità, come quella di affabulare gli altri. Molto IC anche il modo in cui si rimprovera per le sue emozioni e la sua debolezza.
    Insomma, è una caratterizzazione sicuramente coraggiosa, ma che ho trovato davvero ben fatta, cosa non facile – visto il personaggio, e vista la tematica trattata. Brava!

    Gestione del rapporto amoroso: 5/10
    Questo purtroppo è il tasto dolente della storia, ma andiamo per gradi. Lo sviluppo del sentimento in Albus Silente è chiarissimo attraverso i pensieri e anche ben indagato, in tutte le sue contraddittorietà e ambiguità. Allo stesso modo, l’ostacolo è perfettamente chiaro e comprensibile, vista la differenza di ruoli e, ancor più, di età. Però manca completamente la prospettiva di Harry, condizione che avevo posto come chiara nel bando. Non volevo soltanto una passione platonica, ma una relazione platonica, per cui il sentimento doveva essere corrisposto. Non soltanto qui il sentimento non è esplicito, ma non è neanche reciproco, motivo per cui viene a caratterizzarsi di fatti come un interesse segreto e (almeno in questo frangente) unidirezionale. Per questo motivo, mancando completamente un cenno a cosa provi l’altro personaggio della coppia, non posso metterti la sufficienza, pur avendo apprezzato tantissimo (mi ripeto) il focus su Silente.

    Totale: 35.5/42

    Ottava classificata: Niente di personale – Leila91



    Grammatica: 4.5/5 + 4/5
    quello che segretamente temeva di più, si era avverato. -> “quello” è il soggetto della frase, non può essere scisso dal verbo tramite la virgola. -0.5
    Lo stile di scrittura è davvero molto piacevole: il registro è medio ma con un lessico ricco, vario, che ben si sposa con una gestione dei periodi che – pur non essendo tutti corti – sono ben articolati all’interno. Ottime le scelte di corsivi, trattini indipendenti e soprattutto parentesi, in quanto si comprende quali sono gli aspetti da evidenziare e la scelta viene mantenuta coerente in tutto il testo.
    Ti appunto un’eccedenza di avverbi in –mente anche ravvicinati, che potrebbe rendere la frase un pochino meno agevole (es. Qualcuno di cui fidarsi ciecamente e che sicuramente….).
    Un’altra cosa che secondo me non funziona è la distribuzione del testo nei suoi paragrafi: ho trovato difficoltà a comprendere come mai hai voluto lasciare così tanti righi vuoti tra un paragrafo e l’altro, quando invece – trattandosi di una introspezione di SangWoo – sarebbe risultato molto più convincente tenere tutto unito, in modo da rendere più scorrevole e unitaria la lettura.

    Titolo: 2/2
    Il titolo è, come si dice, catchy: suona bene nella sua semplicità, incuriosisce, e racchiude il senso della storia e dei sentimenti conflittuali di Sang-Woo, come si svela sul finale. Ottimo!

    IC/Caratterizzazione: 10/10
    L’introspezione di SangWoo è perfetta: tenendoti fedele al suo IC, ci mostri il suo modo di vedere il mondo, i sentimenti negati per Gi-Hun, rileggendo anche una parte fondamentale della serie TV dalla sua prospettiva. Questo è, forse, l’aspetto più interessante nella caratterizzazione, perché spiega i motivi della sua azione “scorretta” in una maniera plausibile e coerente. Gi-Hun è più sullo sfondo, ma in pochi dettagli e nel modo in cui lo vede Sang-Woo, è sicuramente lui.

    Trama: 9/10
    La trama è semplice: si tratta di una riflessione interiore di SangWoo sulla sua vita, sulla scoperta dei suoi sentimenti per Gi-Hun, fino ai Giochi e al momento in cui il loro rapporto inizia (in maniera consapevole solo per SangWoo) a incrinarsi. Pur essendo semplice funziona, anche se ho trovato una piccola mancanza. Mi è piaciuto il punto finale, che si ferma dove poi parlerà in modo chiaro la serie, spiegando di fatto il motivo di quell’atteggiamento ambivalente di SangWoo verso il suo amico; ma credo che, proprio perché il focus è sul loro rapporto, avrei voluto vedere qualche dettaglio in più del loro rapporto prima dell’inferno.

    Gestione del rapporto amoroso: 6.5/10
    Questo è, purtroppo, il punto che non mi ha convinta. SangWoo è innamorato di GiHun nonostante non voglia ammetterlo, GiHun si muove sullo sfondo ma, dai pensieri del protagonista della storia, si intuisce che anche lui provi la stessa cosa. Tuttavia, a ben vedere, non è affatto una relazione platonica: se i due personaggi si amano, questo amore non è però chiaramente ed esplicitamente manifesto nella narrazione, ma soprattutto – e questa è la mancanza più significativa – reciprocamente non se lo dicono; se SangWoo può intuirlo, lo stesso non è certamente per GiHun. Più che relazione platonica (in cui i due si amano e sanno reciprocamente di essere anche ricambiati), la storia resta a una dimensione che si muove tra la broship manifesta e la segreta, potenziale, unrequited love. Per centrare il tema, i due avrebbero dovuto sapere reciprocamente di amarsi, anche senza una dichiarazione esplicita.
    Per quanto riguarda l’impedimento, esso è presente nell’introspezione di SangWoo, coinvolgendo di fatto l’aspetto economico, la visione sociale rispetto alla loro possibile relazione, oltre che la sua prospettiva di vedere l’amore come debolezza.

    Totale: 36/42

    Settima classificata: Spazio personale – Erule



    Grammatica e stile: 4.9/5 + 4/5
    una vuota per tutte -> una volta per tutte, refuso -0.1
    Lo stile funziona: le frasi sono della lunghezza giusta per risultare incisive, la lettura è scorrevole e piacevole, la punteggiatura è utilizzata al punto giusto e anche il lessico è adeguato. Ottima la gestione dei dialoghi e delle frasi che reggono le battute, inserite quando è necessario o per chiarificare tono e gesti correlati: nessuna ridondanza, ma allo stesso tempo nessuna ambiguità. Su questo, l’unico appunto che ti faccio è l’eccessiva frequenza del verbo “dire”, di cui avresti potuto impiegare dei sinonimi.
    L’unica cosa che non mi ha convinta è lo stacco tra la cornice (primissima parte e ultimissima parte) in terza persona e il corpo centrale in seconda persona dal POV di Sirius. Leggendo le note, mi è chiaro il motivo della tua scelta, ma sulle prime mi sembrava un errore, dandomi l’effetto di straniamento. Non ti sto dicendo di scrivere tutto in una stessa persona, assolutamente no, perché come idea in sé è buona; il mio consiglio più che altro sarebbe di sottolineare graficamente che si tratta di una scelta voluta – con un corsivo, uno spazio bianco, racchiudendo tutto tra parentesi, insomma con qualsiasi meccanismo tu ritenga più incisivo.

    IC e caratterizzazione personaggi: 7.5/10
    Sul rapporto tra i protagonisti parlerò meglio nel parametro successivo, qui mi concentro piuttosto su Sirius e Lily nella loro singolarità. Ci sono degli elementi che rimandano sicuramente a entrambi, rispecchiando globalmente le descrizioni che abbiamo di loro. Per esempio, già in apertura, con Sirius che pensa sia lo sport sia studiare siano due perdite di tempo. Dei Malandrini, in fondo, non sappiamo molto e quei pochi elementi noti tu li inserisci, senza stravolgerli: Sirius è poco incline a impegnarsi e vive dai Potter, Lily è fiera e intelligente, con un pessimo rapporto con la sorella. Fin qui nulla da dire. Ciò che ho trovato stonato, però, è un po’ il tema “James”, soprattutto per Sirius. Vista la leggendaria e sincera amicizia tra i due ragazzi, francamente l’idea che Sirius si sia dichiarato a Lily alle sue spalle, insistendo ancora per ottenere il cuore di Lily, senza soffermarsi troppo sul tradimento verso il suo migliore amico, mi sembra poco coerente. Allo stesso modo, Lily appare nella storia come una ragazza con il piede in due scarpe, indecisa tra l’uno e l’altro solo sulla base di chi sia il più affidabile. Non sono due cose impossibili, niente affatto, sono dell’idea che tutto possa essere plausibile… quello che manca, però, è soffermarsi un po’ di più per chiarire meglio i due aspetti.

    Trama: 9/10
    La trama è incentrata tutta su un singolo momento sospeso, una scena tagliata, tra Lily e Sirius e quello che sarebbe potuto succedere. Nonostante tutta la storia si concentri su quel momento, però, appaiono molti riferimenti a cosa è successo prima, tali da darci un’idea chiara della situazione. In tutto questo ho trovato coerenza espositiva, nessun buco di trama e un finale aperto di cui però il lettore è ben capace di trovare una chiusura. La scelta di questo taglio, insomma, mi è piaciuta e, tra l’altro, ho trovato originale l’idea che fin da subito Lily era stata posta di fronte alla scelta James o Sirius (cosa che non mi era capitato di leggere finora quando mi sono imbattuta in questa possibile coppia).
    Il motivo per cui non ti assegno il punteggio pieno è per la mancanza di dettagli relativi a quei momenti precedenti: ne parli a sufficienza per rendere il lettore consapevole del contesto, ma non abbastanza da dissipare ad esempio i dubbi sull’IC (ti rimando qui al punto precedente). Avresti potuto soffermarti un pochino sulla fatidica dichiarazione di Sirius, non per forza mostrandola, ma magari raccontandola in maniera indiretta nell’introspezione di lui.

    Gestione del rapporto amoroso: 10/10
    Qui, il parametro chiave del contest, hai fatto un ottimo lavoro. Avevo chiesto di scrivere una storia dove fosse palese il coinvolgimento dei due personaggi l’uno verso l’altro e dove questo trasporto fosse chiaro anche al lettore, ma con il veto assoluto di una manifestazione fisica esplicita: ecco, tu secondo me hai reso perfettamente questa ricerca reciproca, soffermandoti sulla descrizione degli sguardi, i tocchi delle mani (bellissimo il momento in cui Sirius si mette le mani in tasca per sopperire al vuoto lasciato dalle mani di Lily). Allo stesso modo, rendi anche molto chiari quali sono gli ostacoli: la figura di James, ma molto di più la mancanza di fiducia e l’impossibilità di Sirius di fare un passo in più e promettere a Lily che sarebbe capace di cambiare. L’interesse è palese, gli ostacoli anche, e la relazione resta platonica. Perfetto!

    Titolo: 1.5/2
    Il titolo, di per sé, mi piace molto: nella sua spoglia semplicità cattura il lettore e risulta incisivo. Purtroppo, non lo trovo però perfettamente rispondente alla storia, non stona di certo, ma non è neanche quello che la potrebbe descrivere al meglio.

    Totale: 36.9/42

    Sesta classificata parimerito: Non ti ho mai detto che ti amo – Rosa66



    Grammatica e stile: 4.5/5 + 4/5
    Una serie di boati in rapida successione, provenienti dall’esterno del castello, vi hanno fatto risvegliare dalla bolla in cui eravate immersi -> il soggetto è “una serie”, non boati, dunque il verbo dev’essere al singolare. -0.5
    La storia è scritta sicuramente molto bene, con una seconda persona ben gestita e molto funzionale a veicolare l’introspezione – pezzo forte della storia. Ho trovato interessante e azzeccato anche il modo in cui hai inserito il testo della canzone, creando una songfic in cui davvero si respirano le note ispiratrici. Ciò che non mi ha convinto, tuttavia, sono due elementi di “grafica”. Non ho nulla da dire sull’elaborazione del testo o sul modo in cui le frasi sono organizzate, ma ti segnalo questi due aspetti:
    - L’eccedenza dei corsivi. Ce ne sono davvero troppi (nei pensieri, nel discorso diretto, per enfatizzare frasi o parole fondamentali, oltre che naturalmente per la canzone), ma il risultato è un po’ quello di far disperdere il valore di “evidenziazione”.
    - In alcuni punti non ho trovato efficace la divisione dei paragrafi. Lasci un rigo vuoto per marcare scene diverse, oppure usi i versi della canzone, ma considerando che ci sono salti temporali significativi (soprattutto tra il racconto della loro storia sepolta e la cornice della solitudine di Hermione), avrei marcato la differenza con un espediente più netto – allineamento diverso, separatore grafico, o anche solo paragrafo completamente isolato per la cornice nella parte finale della storia. Inoltre, tra i boati e la chiamata di George, trattandosi di un’unica scena, avrei tolto lo spazio bianco che separa.

    Titolo: 1.5/2
    Il titolo è sicuramente adatto a rispecchiare tutta la storia, essendo presente esplicitamente anche a conclusione del racconto. Non lo trovo particolarmente originale in sé, ma non è questo il motivo della piccola detrazione. Trattandosi di una storia con una narrazione in seconda persona, ho trovato un po’ straniante l’uso di un titolo in prima persona, in quanto non supportato da una motivazione forte (non è una citazione o un riferimento diretto).

    IC/Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

    Hermione, personaggio principale, sia nella sua descrizione fisica che nei pensieri mi ha convinta. La sua intelligenza, controbilanciata alla sua ottusità in ambito sentimentale, tanto da farla rispondere in maniera un po’ piccata a Fred mentre studia, è qualcosa che riesce a catturarla bene come personaggio. Oltre che l’aderenza all’IC, ho apprezzato molto il lavoro introspettivo che hai portato avanti, scavando bene nell’animo di Hermione e facendoci vedere i suoi pensieri e i suoi sentimenti man mano che crescono. Fred la punzecchia, è sicuramente quello che prende l’iniziativa, ma non subito, se non con qualche espressione un po’ enigmatica«Sai, ogni volta che ti vedo, penso che sei come casa mia». Anche questa presentazione del personaggio mi ha convinta.

    Trama: 9/10
    La trama è costituita da un momento introspettivo di Hermione dove, sola e disperata, pensa quasi di gettarsi nell’abisso che si apre dalla Torre di Astronomia. Sente (o le sembra di sentire) la voce di Fred e allora rivive tutto il percorso del loro rapporto, che ci racconta appunto ogni momento fondamentale, facendoci capire la forza graduale del loro legame e della loro attrazione. Il punto dolente? Forse proprio nella cornice, che vede la voce di Fred un po’ troppo presente per essere soltanto un soffio di vento o uno scherzo dell’immaginazione. Essendo parte fondamentale della storia, dominando tutta la cornice, è un elemento che non mi ha convinta a pieno.

    Gestione del rapporto amoroso: 10/10
    Su questo punto – il tema del contest – penso tu abbia fatto un ottimo lavoro. Vediamo l’intero sviluppo del rapporto tra Fred ed Hermione, un rapporto che è chiaramente bidirezionale: se di Hermione leggiamo i pensieri nella loro evoluzione, Fred con le sue parole dimostra palesemente la sua attrazione. Il momento della promessa del bacio è ciò che chiarisce la potenzialità di questo amore, e il fatto che il bacio non ci sia mai fa restare tutto rigorosamente nell’ottica del platonico. L’esitazione di confessarsi (e ancor prima di capire i propri sentimenti) costituiscono l’impedimento inconsapevole all’amore, a cui si unisce in modo beffardo la morte. Tema centrato e ben gestito!

    Totale: 39/42

    Sesta classificata parimerito: Perduti – nella pietra e negli anni di Legar
    Premio speciale: miglior complicazione



    Grammatica e stile: 4/5 + 3.5/5

    e conservava per quando sarebbero stati concessi, gli altri tocchi -> gli altri tocchi è il complemento oggetto di “conservava”, non può dunque essere separato con una virgola. -0.5
    Simularla, fu la sua più brillante prova d’inventiva. -> soggetto diviso dal verbo -0.5
    Il tuo stile è uno stile che definirei pieno e alto, un taglio che non amo particolarmente a livello soggettivo, preferendo una prosa più asciutta, netta e semplice. Ad ogni modo, è uno stile perfetto per i personaggi scelti e l’epoca di riferimento (I Fondatori) e tu ti dimostri certamente all’altezza della complessità dello stile: le parole sono ben scelte, e le frasi (nonostante le inversioni e l’articolazione non sempre lineare) sono riempite di senso.
    Ti segnalo però una frase che non mi ha convinta:
    Da quel momento si impegnarono a mascherarsi per le compagnie ignare e smascherarsi l’uno dinanzi all’altra. -> Qui usi un gioco di parole tra mascherarsi e smascherarsi interessante, tuttavia per il modo in cui lo scrivi (senza nessun espediente per risaltare il senso, come anche un semplice segno di punteggiatura) sulle prime appare come una ripetizione che perde il suo effetto voluto.
    Al di là di questa piccola frase, ciò che non mi ha convinta è in generale la struttura della storia. Leggendola con un solo allineamento, come testo, lo stile è interessante e funziona. Nel momento in cui, però, tenti un approccio anche visivo, una strutturazione del testo complessa (cosa non di secondo piano in una flash), purtroppo l’effetto ai miei occhi non è stato molto organico. Ho notato, in generale, una discrepanza tra le parti:
    - La parte narrativa e quella dialogica è sproporzionata come dimensioni in tutto il testo; ad esempio il secondo dialogo è molto più lungo rispetto agli altri, così come la terza parte narrativa rispetto alle altre.
    - I trattini indipendenti, i due punti e i punti e virgola non sono utilizzati per creare parallelismi, se non all’inizio con le due frasi che iniziano con “Lui…”/”Lei…”. In particolare, i trattini indipendenti sono spesso utilizzati, più che per isolare e dare risalto ad alcune parole, per spezzare dei periodi in due, scelta che non mi ha molto convinta.
    - Altra discrepanza nelle due parti centralmente allineate come “cornice”. La prima è una singola frase, l’ultima è invece strutturata in quattro frasi, di cui una è una battuta dialogica. Anche qui una differenza troppo netta, anche se ho apprezzato il richiamo diretto tra inizio e fine quando menzioni di nuovo la pietra antica e gli anni nuovi.

    IC: 10/10

    Appena ho letto la tua storia, sono rimasta molto sorpresa. Del Barone e di Helena sappiamo poco in fondo, quindi avevi sicuramente un margine di manovra, anche se in genere li si vede sempre in modi differenti da quello da te descritto. Il Barone è presentato come un innamorato illuso e abbandonato, Helena come una donna estremamente ambiziosa, calcolatrice, anche al punto di non curarsi di chi ferisce. Tutto questo si discosta da ciò che sappiamo dal canon? Direi proprio di no. Sei stata capace di caratterizzare in un modo personale, preciso e originale due personaggi secondari senza tradire il canon. Bravissima!

    Trama: 10/10
    Altro punto di forza della storia è la trama, dove hai riscritto la storia del Barone e di Helena mostrando una parentesi in cui erano davvero vicini, in cui si percepivano come “promessi”, in attesa di far evolvere in futuro la loro relazione. Dallo Smistamento fino alla conclusione tragica presenti il loro vissuto per momenti, con guizzi di originalità ma riattaccandoti al canon nei punti noti. Il modo in cui hai immaginato le origini del Barone e come le hai usate per la storia è non solo originale, ma anche plausibile, oltre che ben giostrato sia a livello Babbano (il titolo di cortesia), sia magico (il Voto Infrangibile). Non manca proprio nulla in questo “retelling” del canon.

    Titolo: 2/2
    Il titolo è un pochino troppo lungo, ma questa lunghezza è pienamente giustificata: isolando perduti, aggiungi una specificazione centrale per la storia, sia per centrare il periodo e rendere conto della distanza temporale, sia perché è un’espressione che compare a inizio e conclusione della storia. Il gioco poi tra gli aggettivi opposti “nuovi” e “antichi” crea un effetto interessante.

    Gestione del rapporto amoroso: 9.5/10
    Hai messo in scena una relazione platonica effettiva, quella tra i due protagonisti negli anni di Hogwarts. Si guardano, si attraggono, si sfiorano ed è palese che entrambi sanno di avere un rapporto speciale destinato a diventare qualcosa di più. Ho apprezzato molto l’idea di attesa che hai saputo generare, di attrazione anche fisica che però deve aspettare, come quando sottolinei la reazione di Helena ai tocchi fugaci del Barone. Tuttavia, la relazione non sfocia mai in nulla di passionale: benissimo. L’ostacolo al far diventare la relazione platonica qualcosa di più coincide in prima battuta proprio in questa attesa, coerentemente con il periodo storico e il rango di entrambi il matrimonio coincide con l’inizio di una relazione di natura sessuale. È dunque la mancanza di matrimonio a generare la mancanza di un passaggio ulteriore, ma qui in seconda battuta fornisci una spiegazione di rottura assolutamente originale, perché interna e non esterna: l’ambizione di Helena. Il Barone non è davvero un Barone, non ha sangue nobile nelle vene e sposare lui significherebbe per Helena vanificare quella sfida implicita tra lei e sua madre. Ho talmente apprezzato l’originalità, la resa, la doppia valenza (sia nell’attesa sia nel rifiuto successivo) dell’ostacolo, che non ho potuto far altro che premiarti con il premio.
    Il mezzo punto che vedi di detrazione riguarda un aspetto che ho percepito tuttavia come pecca: Helena è presa dal Barone, lo vediamo nei suoi pensieri, nelle sue reazioni, eppure a un certo punto c’è uno stacco netto. L’ambizione prevale completamente su qualsiasi sentimento lei abbia mai provato per lui, e allora questo “coinvolgimento” che avvertiamo viene meno, al punto che il rapporto per Helena sembra ridursi unicamente a un gioco di ambizione, come se quello che abbiamo visto prima fosse soltanto una finzione. È uno scarto che ho voluto segnalare, anche se con poco.

    Totale: 39/42

    Quinta classificata: The last hope – Nao Yoshikawa
    Miglior costruzione del rapporto platonico



    Grammatica: 4.9/5 + 3.5/5
    "Stai lontano dai demoni, -> unica volta nel testo in cui compare un tipo di virgoletta differente, si tratta di un refuso. -0.1
    Stilisticamente, la storia va senz’altro bene: hai gestito bene la lunghezza dei periodi, con un uso della punteggiatura azzeccato; il lessico è adatto e ho trovato particolarmente efficaci i dialoghi. Ti riporto, tuttavia, alcuni appunti.
    Aziraphale cercava sempre di essere razionale. Ma in quel momento non lo era per niente. -> Qui ho trovato troppo forte la cesura con un punto, certamente sarebbe stata preferibile una semplice virgola.
    ma non posso accettare che mi ami ma che hai deciso di starmi lontano… -> la ripetizione di una due ma consecutivi rende la frase un po’ macchinosa.
    ma da un lato era contento che fosse così. -> qui ho percepito la mancanza di qualcosa, forse sarebbe suonato meglio “fosse andata così”.
    Oltre a questo, ho trovato (rileggendo la storia più volte) un’eccedenza di frasi avversative introdotte da “ma” e, come ultima cosa, sei andata a capo un po’ troppo spesso, rendendo la lettura un pochino frammentata da un punto di vista grafico.
    Insomma, lo stile va sicuramente bene (cosa che so bene, anche avendo letto altre tue storie), si tratta solo di accorgimenti.

    Titolo: 1/2
    Il titolo è il tasto dolente della storia. Lo dico senza mezzi termini: non mi è piaciuto. È abbastanza usato e banale (cosa che la storia non è affatto), e inoltre non ho apprezzato il fatto che fosse in inglese. Mi spiego meglio: di per sé l’inglese va benissimo, ma non c’è una motivazione specifica per usare questa lingua e trovo che il corrispettivo italiano (L’ultima speranza) suoni molto meglio.

    Trama: 10/10
    Si tratta di una sorta di missing moment plausibile che potrebbe inserirsi nella lunga conoscenza tra Aziraphale e Crowley. La trama è, di fatto, concentrata sul momento in cui loro due prendono atto dei loro sentimenti reciproci e di quanto siano “problematici” in vista dei loro rispettivi ruoli, e successivamente del momento in cui si rincontrano e si riappacificano, nella speranza (futura) di poter finalmente vivere un giorno il loro amore. Si inserisce bene nella trama che conosciamo e si interrompe al momento opportuno, quasi indagando in maniera approfondita un rapporto che di fatti è molto complesso ma anche molto forte anche nel canon. Non manca nulla, e l’idea di questa visione che hai presentato è, oltre che coerente, interessante. Soggettivamente posso dire che l’ho apprezzata molto.

    IC/Caratterizzazione: 10/10
    Anche questo parametro funziona benissimo: non ho trovato niente nella caratterizzazione dei personaggi che possa stonare con quanto mostrato nel canon. In particolare, condivido i ruoli della storia: Crowley è quello più emotivo, che implora, che all’inizio non comprende il vincolo che deve tenerli lontani; Aziraphale è invece quello all’inizio deciso, che capisce per primo che devono separarsi, salvo poi tornare sui suoi passi quando capisce che le sue azioni fanno soffrire il demone. Non poteva essere in modo diverso per essere credibile.

    Gestione del rapporto amoroso: 10/10

    Ti ho assegnato il premio speciale, quindi cosa penso in merito a questo parametro già dovrebbe essere ben chiaro. I reciproci sentimenti sono palesissimi, ma anche sentiti, sia nel modo in cui soffrono l’uno per l’altro, sia in quella speranza finale. Si amano e se lo dicono, si amano ma non possono amarsi – e l’ostacolo è anch’esso ben delineato, nella natura stessa dei due personaggi, nel loro ruolo innegabile e immutabile ordinato da una sfera superiore a loro, nell’essere cioè angelo e demone.
    La soluzione di una platonic relationship si sposa perfettamente con la coppia che hai scelto e trovo tu abbia fatto un ottimo lavoro incastrandola in questa determinata trama. Tra l’altro, ho apprezzato che la relazione platonica sia duratura nel tempo (qui da investire addirittura tutta l’eternità) e che l’insorgere dell’ostacolo non sia motivo di chiusura, anzi Aziraphale e Crowley continuano a essere “vicini, tuttavia lontani”, legati da una sottile speranza futura. L’ostacolo non rompe la relazione, continua solo a farla restare platonica: una scelta che mi è piaciuta tanto e che è nel pieno mood di come avevo concepito questo contest.

    Totale: 39.4/42

    Quarta classificata: Fiori d'acacia di Severa Crouch



    Grammatica e stile: 4.5/5 + 4.3/5
    Prima della sua partenza per Hogwarts, lui e Alexandra si sono arrampicati alla ricerca di un modo per convincere il Cappello Parlante a Smistarlo in Serpeverde. -> il periodo è molto anteriore a quando è ambientata la storia, non puoi dunque mantenere il presente per rievocare il ricordo lontano. -0.7
    Il tuo stile ha il grande pregio di essere scorrevole e semplice (nel senso privo di eccessi lessicali o sintattici), ma non per questo poco curato: la punteggiatura è usata nel posto giusto e nella giusta dose, così come misurata risulta la lunghezza dei periodi. È uno stile equilibrato su tutti i fronti, coerente e piacevole. L’appunto che mi sento di farti riguarda però la presenza assoluta della paratassi: se la prevalenza della paratassi è ciò che contribuisce a rendere lo stile piano e scorrevole, allo stesso tempo nei periodi più lunghi l’assenza di subordinate può rendere meno efficace la resa dei rapporti tra le frasi. Esempio casuale:
    Alexandra allontana immediatamente la mano di Regulus dal suo volto, osserva come lui la infila in tasca, ed entrambi si voltano verso Barty. -> mettere osservando invece di osserva il senso della frase è identico ma si crea una piccola variante rispetto alle altre frasi (la maggior parte hanno infatti proprio questa struttura di paratassi con le virgole).

    Titolo: 1.7/2
    Il titolo è un parametro che mi ha creato, confesso, non poche difficoltà. È originale, interessante, suona bene, è poi presente nella storia in cui hai un ruolo abbastanza di primo piano, anche riprendendo il valore del linguaggio dei fiori che ha per la protagonista. Tuttavia, se internamente si sposa benissimo con i sottotitoli di due scene (Acacia bianca e Foglie d’acacia), non è così per la prima scena dove, non soltanto si richiama un fiore diverso, ma l’acacia non è neanche menzionata. Il titolo, di conseguenza, ha l’effetto di racchiudere non proprio tutta la storia e di sottolineare in qualche modo l’estraneità del primo sottotitolo. È per questo che ho segnalato, in maniera minima, questa sottile discrepanza.

    IC/ Caratterizzazione: 10/10
    Più che di IC sarebbe più corretto parlare di caratterizzazione, in quanto i personaggi canonici che vediamo (principalmente Regulus e Orion) sono marginali nella saga e, dunque, è difficile inquadrare nel canon una totale caratterizzazione data. Gli elementi presenti li hai comunque usati bene come punto di partenza, soprattutto nel duplice senso di responsabilità/insofferenza che Regulus prova nei confronti della famiglia. Tutto questo però per tracciare poi personaggi a tutto tondo, che pensano, parlano e si muovono in un modo ben definito e consapevole.
    Allo stesso modo, e forse un pochino di più, merita un plauso Alexandra. Essendo un tuo personaggio chiave in molte storie, sarebbe stato molto semplice cadere nel tranello di non descriverla a sufficienza, o al contrario di descriverla troppo proprio per colmare la lacuna di lettori che si trovano a conoscerla per la prima volta. Tu questo rischio lo scansi abilmente: veniamo a conoscenza del carattere, dei pensieri e della storia di Alexandra attraverso più che altro lo show e poco tell. Ottimo lavoro davvero!

    Trama: 9/10
    La trama ha un’apertura in medias res: Regulus parla della sua intenzione di sposare Alexandra al padre e al figlioccio, ricevendo un rifiuto. È a partire da questo momento che vediamo il sentimento tra i due giovani, quando non è possibile viverlo apertamente, con la scena rappresentativa della seconda scena. Non mancano richiami agli eventi passati, allo sviluppo graduale di quel legame che si è evoluto lentamente e implicitamente in qualcosa di più. E non manca una conclusione
    Sarebbe stato certamente interessante vedere qualche altra scena diretta su Alex e Regulus, ma questo non è affatto necessario per la comprensione del loro legame (vedi anche il punto sotto). C’è tuttavia qualcosa che risulta stonato nell’economia del racconto, ed è precisamente l’eccessiva lunghezza della prima scena, che ha in verità quasi una funzione introduttiva/esplicativa visto che Alex è presente soltanto sulla sua parte finale. La prima scena è la più lunga di tutte e tre, è quella che mostra meno la reciprocità del legame tra i due giovani, ed è anche significativamente l’unica che non è centrata sull’acacia. Insomma, questa prima scena, proprio in virtù di questi elementi, mi è sembrata troppo lunga nella complessità del racconto e sul suo impatto finale.

    Gestione del rapporto amoroso: 10/10

    Hai compreso perfettamente cosa volevo vedere in questo contest: attrazione, interesse e coinvolgimento emotivo che fossero reciproci, ben noti e palesi in tutta la storia. La seconda scena mostra proprio come i due sfiorino il confine tra platonico e passionale, senza mai solcarlo, e la sofferenza che questo genera. Ho apprezzato che ciò che rende esplicito il sentimento tra loro è proprio il significato del fiore.
    Per quanto riguarda l’ostacolo, è ben chiaro ed esplicito: stare insieme concretamente significherebbe sfidare da un lato i promessi sposi rispettivi (soprattutto Barty) ma dall’altro soprattutto le mire delle famiglie, verso cui entrambi sono pur fedeli.

    Totale: 39.5/42


    Terza classificata: Amare controtempo – Sofifi




    Grammatica e stile: 8.6/10 (4.1/5 + 4.5/5)

    Avevi trattenuto le lacrime fino a questo momento, eppure quando lei scompare -> non sarebbe dovuto essere “Avevi trattenuto” ma “hai trattenuto” perché immediatamente vicino a quel presente “scompare”. -0.7
    come- Come -> come – Come una cordarda… -0.2
    La tua storia è molto breve, eppure racchiude tre momenti verbali (se non quattro, con l’augurio finale al futuro) che – tralasciando l’errore iniziale che ti ho segnalato – sei riuscita a gestire bene, senza confondere il lettore. I periodi sono ben articolati tra loro, il lessico è vario e sempre molto pertinente e la punteggiatura è usata perfettamente. Ottimo anche l’utilizzo di corsivi e discorsi indiretti liberi. Se lo stile è in generale molto piacevole, ti segnalo questi questo piccolo appunto:
    - Alcune ripetizioni ravvicinate (semplicemente… semplicemente / E invece, invece… / come- Come una codarda. Come se / all’ultimo, almeno all’ultimo). Ho compreso il motivo delle ripetizioni, certamente volute per mantenere una sorta di sospensione nella lettura e per enfatizzare il concetto. Tuttavia, le ho trovate un po’ troppo numerose per un testo così breve.

    Titolo: 2/2
    Il titolo suona davvero molto bene, incuriosisce il lettore, ma soprattutto rispecchia in pieno il senso della storia. Ottima scelta!

    Gestione del rapporto amoroso: 10/10
    Credevo di trovarmi in difficoltà nel valutare il rapporto amoroso in una storia così breve (anche considerando il personaggio originale), eppure devo dire che la potenza del loro reciproco sentimento l’ho percepita tutta durante la lettura. Ti sei soffermata sul momento della separazione, con la tecnica del racconto (più che della presentazione di scene effettive), eppure i dettagli del loro livello di intimità, del modo in cui si sono avvicinate e, infine, anche del motivo di rottura, non mancano. Ho apprezzato tantissimo che tu sia riuscita, per esempio, a mostrare, come si sono avvicinate soltanto con una frase: Lei ci provava davvero, a mantenersi professionale, ma poi che ci poteva fare se vi ritrovavate per caso a chiacchierare della vostra infanzia in infermeria fino a quando spuntava il sole?
    Discorso analogo per la questione dell’ostacolo: il secolo che vi passavate non era ormai più l’unico problema e condannarti a farle da badante a tempo indeterminato non era di certo ciò che desiderava. Anche qui in una sola frase esprimi tutto. Differenza d’età e malattia si uniscono saldamente in maniera chiara, incontrovertibile e anche plausibile.
    Insomma, hai indagato il rapporto nella sua forza e nella sua impossibilità, l’amore è esplicito da entrambe le parti (tanto che ne parlano apertamente) e la relazione resta platonica. Ottimo lavoro!

    Trama: 10/10
    La trama è il riepilogo della storia d’amore di Rolanda e Domitille a partire dalla sua fine. Non ripeterò quanto detto nella gestione del rapporto amoroso, se non che nulla di essenziale manca nella trama, né nella sua struttura, in cui il momento dell’addio apre e chiude il tutto. Aggiungo un apprezzamento per l’aver trattato alcuni temi isolatamente non troppo comuni nelle fan fiction a tema potteriano (nuovo personaggio/personaggio minore, femslash, rapporto tra due personaggi dello staff, differenza d’età dove uno dei due ha più di 80 anni, come si potrebbe ben credere nel mondo magico) – e tutte queste tematiche insieme, in una maniera davvero interessante, naturale, coinvolgente.

    IC/Caratterizzazione: 9/10
    Rolanda è il personaggio canonico, un personaggio canonico minore, su cui comunque in questa tua storia non è incentrato il focus. Non ho trovato comunque nessun dettaglio che potrebbe stonare con la rappresentazione che di lei abbiamo nei libri. Per quanto riguarda invece la protagonista, il lavoro che hai fatto è stato ottimo: ci hai fatto immergere nei suoi pensieri senza che la conoscessimo, la sua introspezione è ben sviluppata, così come i suoi contorni (è una Medimaga, è francese, ha vent’anni). Tuttavia, non sono soddisfatta completamente della sua presentazione. Se in così poche parole sei riuscita a tracciare i contorni di una storia, senza l’esigenza (ma forse solo la curiosità) di sapere di più, non è così per la protagonista: si avverte la mancanza di conoscere di più questa giovane donna, quindi anche se hai fatto un lavoro ottimo, non posso dire che è propriamente perfetto sotto questo aspetto.

    Totale: 39.6/42

    Seconda classificata: Antipodi – RosmaryW



    Grammatica e stile: 5/5 + 4.5/5
    Niente da segnalarti da un punto di vista grammaticale. Punteggio pieno!
    Per quanto riguarda lo stile, l’ho trovato molto ben equilibrato. Ho apprezzato la gestione grafica del testo, gli espedienti narrativi usati e l’effetto quasi a specchio che si viene in questo modo a creare: le strutture interne si richiamano tra loro (come i parallelismi introdotti dal trattino indipendente riguardo alla presenza ricorrente dell’azione del bere, e i dialoghi che puntualmente di due battute che puntualmente tornano, con allineamento diverso, a spezzare ed esplicitare i differenti momenti catturati). Ottimo anche l’uso delle singole parole “Ma / Se / No” che hanno un simile effetto separatore.
    Insomma, il modo in cui hai padroneggiato lo spazio del testo e l’articolazione interna delle frasi, grazie anche a un uso corretto e pertinente della punteggiatura, è magistrale. L’appunto che posso farti riguarda la lunghezza eccessiva di alcuni periodi. Di per sé non crea problemi, proprio per via dell’orchestrazione di punteggiatura e struttura generale che crei, ma in un caso risulta davvero pesante nella lettura (e quindi di effetto molto depotenziato):
    C’erano stati giorni, nel passato condiviso, in cui era stato pressante il desiderio di abbandonarsi alla tensione che li induceva a cercarsi a oltranza e alle fantasie che squarciavano gli incubi e all’agitazione che metteva a nudo ogni singola negazione. -> Ecco, in questo caso avrei lavorato di accetta, oppure inserito virgole necessarie.

    Titolo: 1.5/2
    A livello soggettivo, non sono una fan titoli di una sola parola e questo non per una semplice presa di posizione, bensì perché da un lato penso sia difficile che un’unica parola possa racchiudere il senso di una storia, dall’altro anche che una singola parola possa attirare a sufficienza e risultare originale. La parola “Antipodi” da te scelta non è una parola comune e certamente può descrivere la natura del rapporto tra Effie e Haymitch; tuttavia, nella storia è presente una sola volta, in una posizione davvero molto periferica, senza essere risaltata in alcun modo. Sembra un titolo frutto di una riflessione a posteriori, più che un titolo che sgorghi direttamente dalla storia. Ecco perché ho scelto di penalizzarti di un mezzo punto.

    IC/ caratterizzazione: 10/10
    È la prima volta che scrivi sul fandom, come dici tu stessa nelle note, ma sicuramente hai fatto davvero un ottimo lavoro: i personaggi sono precisamente loro, non solo negli atteggiamenti che evochi singolari che evochi, ma anche nel rapporto reciproco, ossia in come ciascuno di loro guardi e giudichi l’altro. Il fatto, poi, che un’occasione per legare sia l’alcol è un’altra occasione per rivelare l’IC, in quanto il modo in cui si abbandonano a quel vizio (e fino a che punto) è un’altra differenza che rivela le reciproche personalità. Un altro appunto molto positivo è per l’uso dei dialoghi, ho sentito le loro voci leggendo, quindi sei stata molto brava a ricreare non solo i caratteri ma anche il tone of voice.

    Trama: 10/10

    La trama è l’evoluzione stessa del rapporto tra Effie e Haymitch nel tempo, di come pian piano si avvicinino nonostante siano agli antipodi, riuscendo a sottolineare i momenti chiave vissuti insieme nelle vicende generali di Hunger Games, senza tralasciare nulla di significativo. Il finale è un finale netto: si arriva dopo gli eventi canonici, con uno sguardo a ciò che succederà entrambi nelle strade separate che percorreranno, ma allo stesso a una dichiarazione effettiva di cosa sarebbe potuto succedere tra loro.

    Gestione del rapporto amoroso: 9/10
    Il rapporto tra Haymitch e Effie è molto sentito nella sua evoluzione e nell’attrazione reciproca che provano l’uno per l’altra. Non si concretizza mai, quindi resta sicuramente platonica. Per quanto riguarda il suo aspetto di esplicità, ci pensa poi a scanso di equivoci il dialogo finale. Hanno provato qualcosa l’uno per l’altra, in fondo sapevano che era reciproco e se lo sono, alla fine, anche detti.
    In questo caso però sono un po’ indecisa per quel che riguarda la questione dell’ostacolo. Il modo in cui lo hai posto tu è una questione di differenza “ontologica”: sono due persone diverse, “nati agli antipodi” e dunque, nonostante i numerosi momenti di vicinanza non si sono mai spinti oltre quei pensieri subito zittiti dall’altro (punto emblematico è questo: «Domani sera, perché non...» «Sta’ zitto, Haymitch.». Nel finale, quando le differenze sono rimosse, scelgono di restare ancorati alle loro radici e dunque sono impossibilitati a stare insieme. Tuttavia – ed è questo il motivo del mio dubbio – ciò che tutto questo spiega è perché non sia una relazione destinata a durare, perché non possono stare insieme davvero… ma non perché non possano avere un rapporto non platonico. Insomma, la differenza di appartenenza di mondi (forse specialmente alla luce del finale) non spiega da sola perché resti sempre qualcosa di platonico. Certamente ciò potrebbe dipendere da una mia visione; in ogni caso è una sottigliezza che non pesa in maniera significativa nel punteggio.

    Totale: 40/42

    Prima classificata: Una prigione di scelte – Pampa309



    Grammatica e stile: 5/5 + 5/5

    Nessun appunto per la grammatica e neanche per lo stile, che ho trovato sapiente, maturo e calibrato. Hai fatto un ottimo uso degli espedienti grafici (trattini indipendenti, corsivi) e della punteggiatura (molto varia e inserita al punto giusto, per rendere non soltanto la lettura scorrevole e incisiva, ma anche per creare dei parallelismi precisi). Il risultato è un lavoro preciso e ben studiato, dove la forma riveste in maniera impeccabile il contenuto. Non strafai mai nel lessico, che tutto sommato è semplice, ma è il modo in cui articoli le parole e le espressioni che rende la lettura non banale. Ti faccio i miei complimenti!

    Titolo: 2/2
    Un’espressione particolare che calza perfettamente con la storia, in quanto più volte vengono nominate sia le scelte sia l’idea di una costrizione. Una prigione di scelte è, in una sola espressione, proprio la descrizione perfetta della condizione di Jaime nella storia. Punteggio pieno.

    IC/Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
    Mi sbilancerò in modo netto: il tuo Jaime è certamente molto più IC del Jaime della ottava stagione. Le scelte che compie e le riflessioni che conduce sono esattamente quelle che avrei voluto vedere in coerenza con la sua evoluzione interiore vista nel corso dell’intera serie. Il tuo Jaime è fedele a se stesso, onesto, corretto, ma anche consapevole della sua storia, dei suoi difetti e di quel filo che lo lega in maniera indissolubile a Cersei. E Brienne, premurosa come la dolce donzella che con Jaime potrebbe essere ma anche forte come il cavaliere che è diventata, è immancabilmente lei.

    Trama: 10/10
    La trama è concentrata su un singolo momento: Jaime che lascia Grande Inverno per tornare ad Approdo del Re. Ma questo momento è preceduto da un what-if chiave che non vede un’evoluzione carnale nella relazione tra Jaime e Brienne. Il risultato è il medesimo – Jaime che parte – ma la storia è completamente diversa. La relazione tra Jaime e Brienne si mantiene pura, autentica, onesta, così come il loro reciproco rispetto. Mi piace molto come hai utilizzato il what if per riscrivere non la vicenda generale, ma il significato di una singola scelta, di un singolo rapporto, facendolo vedere sotto una luce completamente diversa. Funziona e non c’è nulla che risulti manchevole o stonato.

    Gestione del rapporto amoroso: 10/10
    Hai scelto una coppia canonica dove il fulcro del suo sviluppo è, in verità, proprio platonico. Non era quindi necessario ripercorrere punto per punto il loro sviluppo, ma soltanto di far percepire quanto fosse forte il legame e, per converso, il motivo di un abbandono. L’impedimento è soltanto di natura personale, legato all’onore e a una sorta di destino che non può essere mutato, un impedimento che di certo risulta plausibile, oltre che sofferto e supportato da un’ottima introspezione. Ti sei soffermata sugli elementi più importanti e necessari, facendo cogliere sia la potenza del legame sia la forza dell’impedimento, pur concentrandoti, di fatto, soltanto su una scena. Non manca nulla.

    Totale: 42/42








    Riepilogo premi:
    Pampa309: 0/1
    Legar: 0/1
    Nao Yoshikawa: 0/1
     
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    Martiiiii 🥺
    Grazie mille per la tua valutazione, sono felicissima che la storia ti sia piaciuta e che abbia centrato il tema del contest. Non mi aspettavo assolutamente di arrivare prima, è stata una bellissima sorpresa ❤
    Grazie per aver indetto questo contest e complimenti anche a tuttə gli altrə!

    P.S.: se possibile, mi piacerebbe ricevere la valutazione come recensione 😊
     
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    Ciauuuu, Marti!
    Sei stata fin troppo buona, ahahaha, sapevo di essere andata un po' fuori tema, ma sono comunque felicissima sia per il buonissimo punteggio negli altri parametri sia per la storia in sé: è stata una bella sfida scrivere di Squid Game e sono davvero soddisfatta, anche se non sono riuscita a centrare la tematica come richiesto çç
    Ti ringrazio per la valutazione come sempre accuratissima, mi farebbe piacere riceverla come recensione ♥
    Complimenti vivissimi alle tre podiste (a Pampa in particolare, aaaw :wub: )
    Un abbraccio e alla prossima ♥
     
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    Marti, ti ringrazio per la bella valutazione.
    Hai ragione su tutto, frasi in corsivo (che devo iniziare a limitare), distinzione tra i vari paragrafi, e titolo. Della svista di averlo messo in prima persona mentre il racconto è scritto in seconda mi ero già accorta dopo la pubblicazione, ma ormai era tardi per modificare. Ho ancora parecchio da imparare.
    Sono contenta di aver centrato l'Ic dei personaggi e il tema del contest che, come ho avuto modo di scrivere diverse volte, non era facilissimo.
    Complimenti a tutte le altre partecipanti, alle tre vincitrici dei premi meritatissimi (Pampa, bravissima!!!) e a te, per aver indetto un così bel contest.
    Se possibile, vorrei la valutazione come recensione.
    Grazie della bella opportunità.
    Alla prossima.
     
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    Ciao Marti! Grazie mille per la valutazione! Vorrei tanto che la inserissi come recensione. Ti ringrazio per i suggerimenti e le belle parole ❤️ Un abbraccio
     
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    Ciao!
    Ti ringrazio per il commento, che vorrei ricevere come recensione su efp. Mi ha fatto piacere anche il premio speciale, soprattutto perché credo che il tema di questo contest non fosse affatto scontato o facile. (Per la recensione premio leggi pure ciò che preferisci, ti chiedo solo di non andare oltre il 2021!)
    Complimenti a tutti i partecipanti e in particolar modo al podio!
    Alla prossima!
     
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    Ciao Lady Palma, grazie per il giudizio! Mi mangio le mani a non aver inserito nelle note che la mimosa è chiamata nel linguaggio scientifico "Acacia dealbata" 🙈 Poco importa, farò più attenzione la prossima volta! Questa storia mi aveva creato non poche difficoltà, quindi grazie mille per tutti gli spunti e per il tuo giudizio sempre preciso e misurato! Se possibile, mi piacerebbe ricevere il giudizio come recensione alla storia! Grazie ancora e complimenti alle altre partecipanti!
     
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    Ciao, LadyPalma!
    Ti ringrazio tanto per la valutazione accurata, che vorrei ricevere come recensione.
    Non mi aspettavo assolutamente questo risultato e, a prescindere dalla classifica e dai cambiamenti che eventualmente potrebbero avvenire, sono molto felice di sapere che la storia è risultata chiara e adatta al tema del contest.
    Accidenti per la grammatica! Di alcune cose mi ero accorta in ritardo, di altre non mi ero proprio accorta… e quindi ne approfitto per chiedere se ci sia un periodo di attesa da rispettare prima di fare correzioni sul testo (ho ricontrollato velocemente il regolamento dei contest e non mi pare ci siano riferimenti alla cosa, quindi prima di fare pasticci chiedo). ((Comunque per sbagliare la prima parola di una storia ci va una certa abilità :XD:))
    Hai decisamente ragione sulla caratterizzazione di Domitille, non so bene se l’errore sia dovuto al fatto che abbia dato per scontate certe cose che so solo io (ops!) o all’aver scritto una storia troppo corta, però con le prossime storie farò più attenzione a questo aspetto.
    Insomma, grazie per aver portato avanti le valutazioni nonostante il periodo difficile.
    E complimenti a tutti i partecipanti – doppi a chi si è portato a casa uno dei premi!
    Un abbraccio!
     
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    Ciao Palma :D
    Arrivo anche io. Parto prima dalle note più dolenti, intanto grazie per avermi fatto notare le imperfezioni a livello stilistico (cose di cui io da sola non mi sarei mai accorta tanto per cambiare). Per quanto riguarda il titolo, effettivamente non è tra i più originali che io abbia mai scelto. Di solito poi scelgo titoli in italiano, ma questa volta lo volevo in inglese perché mi suonava meglio e quindi BOH xD
    POI. Felicissima che la caratterizzazione sia stata buona (visto che è un parametro a cui tengo molto) e anche la trama in generale. Azirapale e Crowley erano perfetti da usare per un tipo di storia in cui il focus fosse una relazione del genere (e ovviamente sono felicissima del premo speciale, NON ME LO ASPETTAVO PROPRIO ahah). Se possibile vorrei questa valutazione come recensione. E niente, complimenti a tutt* e ci vediamo al prossimo contest :*
     
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    Ciao!
    Non posso che ringraziarti per l'attenta valutazione, sono molto felice del risultato e soprattutto di aver preso parte a questo contest, è stato l'occasione per sperimentare un fandom che mi incuriosiva da tanto tempo.

    CITAZIONE
    Grammatica e stile: 5/5 + 4.5/5
    Niente da segnalarti da un punto di vista grammaticale. Punteggio pieno!
    Per quanto riguarda lo stile, l’ho trovato molto ben equilibrato. Ho apprezzato la gestione grafica del testo, gli espedienti narrativi usati e l’effetto quasi a specchio che si viene in questo modo a creare: le strutture interne si richiamano tra loro (come i parallelismi introdotti dal trattino indipendente riguardo alla presenza ricorrente dell’azione del bere, e i dialoghi che puntualmente di due battute che puntualmente tornano, con allineamento diverso, a spezzare ed esplicitare i differenti momenti catturati). Ottimo anche l’uso delle singole parole “Ma / Se / No” che hanno un simile effetto separatore.
    Insomma, il modo in cui hai padroneggiato lo spazio del testo e l’articolazione interna delle frasi, grazie anche a un uso corretto e pertinente della punteggiatura, è magistrale. L’appunto che posso farti riguarda la lunghezza eccessiva di alcuni periodi. Di per sé non crea problemi, proprio per via dell’orchestrazione di punteggiatura e struttura generale che crei, ma in un caso risulta davvero pesante nella lettura (e quindi di effetto molto depotenziato):
    C’erano stati giorni, nel passato condiviso, in cui era stato pressante il desiderio di abbandonarsi alla tensione che li induceva a cercarsi a oltranza e alle fantasie che squarciavano gli incubi e all’agitazione che metteva a nudo ogni singola negazione. -> Ecco, in questo caso avrei lavorato di accetta, oppure inserito virgole necessarie.

    Ti ringrazio dei complimenti!
    Per quanto riguarda il periodo messo in evidenza, la mia idea è stata proprio quella di creare una sorta di effetto apnea ricorrendo al polisindeto, speravo che il periodo si facesse carico della "pesantezza" della condizione di privazione vissuta dai protagonisti. Mi rendo però conto che possa anche risultare un eccesso e basta.

    CITAZIONE
    Titolo: 1.5/2
    A livello soggettivo, non sono una fan titoli di una sola parola e questo non per una semplice presa di posizione, bensì perché da un lato penso sia difficile che un’unica parola possa racchiudere il senso di una storia, dall’altro anche che una singola parola possa attirare a sufficienza e risultare originale. La parola “Antipodi” da te scelta non è una parola comune e certamente può descrivere la natura del rapporto tra Effie e Haymitch; tuttavia, nella storia è presente una sola volta, in una posizione davvero molto periferica, senza essere risaltata in alcun modo. Sembra un titolo frutto di una riflessione a posteriori, più che un titolo che sgorghi direttamente dalla storia. Ecco perché ho scelto di penalizzarti di un mezzo punto.

    In realtà, ho scelto questo titolo non per la ricorrenza della parola nel testo, ma perché trovo descriva la natura del rapporto protagonista, il motivo per cui non ha nessuna speranza di funzionare. Porto però a casa il tuo appunto, non avevo pensato che la ricorrenza della parola-titolo nel testo potesse indebolirne il senso di insieme (complice anche la brevità del racconto, immagino). Insomma, grazie della riflessione, sono comunque contenta che il titolo non ti sia dispiaciuto del tutto!

    CITAZIONE
    IC/ caratterizzazione: 10/10
    È la prima volta che scrivi sul fandom, come dici tu stessa nelle note, ma sicuramente hai fatto davvero un ottimo lavoro: i personaggi sono precisamente loro, non solo negli atteggiamenti che evochi singolari che evochi, ma anche nel rapporto reciproco, ossia in come ciascuno di loro guardi e giudichi l’altro. Il fatto, poi, che un’occasione per legare sia l’alcol è un’altra occasione per rivelare l’IC, in quanto il modo in cui si abbandonano a quel vizio (e fino a che punto) è un’altra differenza che rivela le reciproche personalità. Un altro appunto molto positivo è per l’uso dei dialoghi, ho sentito le loro voci leggendo, quindi sei stata molto brava a ricreare non solo i caratteri ma anche il tone of voice.

    Non sai quanto sia felice di leggere queste parole! Il mio timore era quello di perdere qualche sfumatura per strada (anche perché conosco decisamente meglio i film che i libri di questa saga), le tue parole sono un toccasana.

    CITAZIONE
    Trama: 10/10
    La trama è l’evoluzione stessa del rapporto tra Effie e Haymitch nel tempo, di come pian piano si avvicinino nonostante siano agli antipodi, riuscendo a sottolineare i momenti chiave vissuti insieme nelle vicende generali di Hunger Games, senza tralasciare nulla di significativo. Il finale è un finale netto: si arriva dopo gli eventi canonici, con uno sguardo a ciò che succederà entrambi nelle strade separate che percorreranno, ma allo stesso a una dichiarazione effettiva di cosa sarebbe potuto succedere tra loro.

    Gestione del rapporto amoroso: 9/10
    Il rapporto tra Haymitch e Effie è molto sentito nella sua evoluzione e nell’attrazione reciproca che provano l’uno per l’altra. Non si concretizza mai, quindi resta sicuramente platonica. Per quanto riguarda il suo aspetto di esplicità, ci pensa poi a scanso di equivoci il dialogo finale. Hanno provato qualcosa l’uno per l’altra, in fondo sapevano che era reciproco e se lo sono, alla fine, anche detti.
    In questo caso però sono un po’ indecisa per quel che riguarda la questione dell’ostacolo. Il modo in cui lo hai posto tu è una questione di differenza “ontologica”: sono due persone diverse, “nati agli antipodi” e dunque, nonostante i numerosi momenti di vicinanza non si sono mai spinti oltre quei pensieri subito zittiti dall’altro (punto emblematico è questo: «Domani sera, perché non...» «Sta’ zitto, Haymitch.». Nel finale, quando le differenze sono rimosse, scelgono di restare ancorati alle loro radici e dunque sono impossibilitati a stare insieme. Tuttavia – ed è questo il motivo del mio dubbio – ciò che tutto questo spiega è perché non sia una relazione destinata a durare, perché non possono stare insieme davvero… ma non perché non possano avere un rapporto non platonico. Insomma, la differenza di appartenenza di mondi (forse specialmente alla luce del finale) non spiega da sola perché resti sempre qualcosa di platonico. Certamente ciò potrebbe dipendere da una mia visione; in ogni caso è una sottigliezza che non pesa in maniera significativa nel punteggio.

    Di nuovo, ti ringrazio per l'analisi e i complimenti. È stata una sfida più ardua di quanto pensassi descrivere una relazione platonica, ma anche tanto stimolante.
    Arrivando al tuo dubbio, lo capisco e concordo che essere più esplicita a riguardo avrebbe dato qualcosa in più a questa relazione mai nata. La risposta è nella paura: li ho immaginati consapevoli di essere due persone troppo diverse coinvolte in un sentimento reciproco ma senza futuro, che avrebbe solo potuto distruggerli se alimentato; da qui, la scelta di non concedersi nulla, di non cedere mai, di non illudersi e soprattutto non cadere in una spirale che li avrebbe costretti a soffrire ancora di più la sicura separazione.
    Con qualche parola in più avrei potuto esplicitare questo aspetto nel testo, me ne rendo conto!

    Come al solito mi dilungo tantissimo, spero non ti sia annoiata!, ma ho davvero apprezzato la tua valutazione e ci tenevo a commentare le tue riflessioni (a riguardo, se possibile mi piacerebbe averla come recensione alla storia).
    Grazie di aver organizzato questo contest e complimenti agli altri partecipanti, alla prossima!
     
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    Pescepalla

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    Sto per rilasciare le valutazioni come recensioni – sia a chi ne ha fatto richiesta esplicita, sia a chi non ha commentato (essendo trascorso tempo a sufficienza per una risposta).
    Ringrazio tutti per il feedback che mi ha fatto molto piacere ricevere. Sono contenta che gli appunti fatti da me siano stati compresi e che mi abbiate offerto un vostro chiarimento su qualcosa che mi era sfuggito. Soprattutto non avevo colto affatto il termine della mimosa nella storia di Severa Crouch e mi dispiace non averlo fatto perché ora capisco meglio anche questo dettaglio che mi sembrava fuori posto.
    Un abbraccio a tutti e grazie ancora per aver partecipato :D
     
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87 replies since 17/9/2021, 10:10   2907 views
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